Quando si pensa alla parola trauma, ci immaginiamo esperienze che oltrepassano i limiti della normale esperienza umana lasciando cicatrici indelebili. Sto parlando di esperienze universalmente riconosciute come traumatiche, quali la guerra, le catastrofi naturali, gli atti terroristici, stupri e aggressioni violente. Questi eventi abnormi possono, come e' ormai ampiamente riconosciuto, causare un Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Ma il trauma non si esaurisce negli eventi traumatici ‘con la T maiuscola'.
Il trauma e' personale, nel senso che va a intaccare la relazione che la persona ha con se stessa, con il mondo e con gli altri esseri umani. I traumi con la ‘t minuscola', i traumi relazionali, ripetuti nel tempo e che coinvolgono le relazioni di attaccamento possono essere altrettanto devastanti. Gli effetti del trauma, se grave, precoce e ripetuto all'interno di relazioni significative possono sfociare in sintomatologie quali il Disturbo Post Traumatico da stress complesso (complex PTSD) e in quadri dissociativi gravi.
L'evento traumatico, che sia singolo o ripetuto, causa una frattura nella trama della vita e una parte della vita diviene incapace di andare avanti, di vivere nel presente o di guardare al futuro. Una parte della persona rimane nel passato, prigioniera di eventi, immagini, emozioni e sensazioni corporee legate al trauma. Ed e' così che il trauma ritorna, come se il tempo non fosse mai passato. Il trauma invade il presente e per quanto possiamo sforzarci di evitarlo o dimenticarlo, la sua presenza si fara' sentire finche' non sara' affrontato ed elaborato. Elaborare il trauma significa accogliere quella parte di noi che e' rimasta nel passato e aiutarla a vivere un presente nuovo, dove il trauma puo' assumere un significato diverso.
Quando il trauma e' grave, cronico e precoce le fratture possono essere molteplici. Le parti dissociate legate al momento del trauma o a diversi aspetti di un singolo evento traumatico possono essere separate da barriere amnesiche. Nel Disturbo Dissociativo dell'Identita', la forma piu' grave di dissociazione, si sviluppano parti del se' ‘apparentemente normali' che funzionano nel quotidiano e parti legate al trauma o ‘parti emotive'. Le parti emotive interferiscono sul funzionamento del sopravvissuto attraverso incubi, flashbacks, atti auto lesivi, pensieri intrusivi, allucinazioni uditive, inspiegabili sintomatologie legate al corpo, emozioni improvvise e soverchianti in risposta a trigger esterni (o interni) che attivano ricordi traumatici. Il segno distintivo del DID e' la perdita di memoria nel presente, il ritrovarsi in luoghi sconosciuti, ‘perdere' minuti, ore o addirittura giorni e non sapere ricostruire cio' che e' avvenuto nel tempo ‘perso'.
A causa della gravita' e della molteplicita' dei sintomi, spesso le persone con DID ricevono diagnosi errate. Sentire voci che commentano e criticano o parlano tra di loro sono sintomi Schneideriani ma, come dimostrano numerose ricerche degli ultimi trent'anni, sono piu' comuni nel DID che nei disturbi psicotici:
Ellason, J.W. e Ross, C.A. (1995). Positive and negative symptoms in dissociative identity disorder and schizophrenia: A comparative analysis. Journal of Nervous and Mental Disease, 183, 236-241
Kluft, R.P. (1987). First-rank symptoms as a diagnostic clue to multiple personality disorder. American Journal of Psychiatry, 144, 293-298
Ross, C. A. (2004). Schizophrenia: innovations in diagnosis and treatment. Binghamton, NY:Haworth
Ross, C.A. e Joshi, S. (1992). Schneiderian symptoms and childhood trauma in the general population. Comprehensive Psychiatry, 33, 269-273
Ross, C.A., Miller, S.D.,Reagor,P.,Bjornson,L., Fraser, G.A. e Anderson, G. (1990). Schneiderian symptoms in multiple personality disorder and schizophrenia. Comprehensive Psychiatry, 31, 111-118